Leggendo le notizie alcuni di noi l’hanno notato: il valore del Bitcoin (BTC) è salito ai massimi dei livelli storici.

C’è chi penserà: “Com’è che mi sono perso anche questa seconda ondata cripto?”

Come prima cosa, non andiamo in panico, evitiamo di farci prendere dalla FOMO (Fear of Missing Out; “paura di essere tagliato fuori”) ed esploriamo l’approccio andiambeniano alla tematica cripto.

In questo articolo non spieghiamo cosa sono esattamente i BTC o le Blockchain – conviene fare le nostre ricerche indipendenti sulle quali basare le nostre opinioni e decisioni.

Quello che invece faremo, è trovare un modo per rimanere relativamente lucidi sulla tematica.

Vediamo quindi un approccio che possiamo avere con qualcosa che non conosciamo e capiamo al 100%. In particolare, se siamo convinti che dobbiamo partecipare a qualcosa come le criptovalute, vediamo come possiamo avere un approccio sobrio alla tematica.

(Un consiglio per informarsi online: stare lontani da articoli e video di “Crypto-Traders” ed evitare di lasciarsi coinvolgere emotivamente dalla tematica. Un buon punto di partenza potrebbe essere Wikipedia.)

Prima cosa: stiamo calmi

Come prima cosa, non lasciamoci influenzare troppo dalle notizie, i social media, gli amici, i conoscenti, e i colleghi di lavoro. Ogni volta che la valutazione del Bitcoin sale alle stelle, sembra che dobbiamo saltare su un treno in partenza.

Non è affatto così soprattutto se si vuole approcciare la tematica dal punto di vista di un investimento.

Un buon investitore non reagisce impulsivamente alle notizie, ma le mette in relazione alla propria strategia d’investimento e valuta in quale modo può assicurarsi di mantenere la rotta a lungo termine.

Non abbiamo delle criptovalute in nostro possesso? Bene.

Infatti, se non le abbiamo, ci saranno dei motivi.

Molto probabilmente finora non ci servivano. Fino a prova contraria possiamo pagare il necessario per vivere, viziarci, spostarci e investire con soldi convenzionali.

Da questo lato avere delle cripto non pare darci alcun vantaggio.

Anche in caso dovessimo scoprire un vantaggio nel comprare e tenere delle criptovalute, diversi esperti consigliano di limitarne la valutazione a ca. l’1% del proprio portafoglio.

L’approccio andiambeniano è d’accordo con la proposta degli esperti.

Le attività e le valute

Un fraintendimento da intercettare quando si parla di criptovalute, è chiarire che si tratta di una valuta e non un’attività.

Le attività producono beni e servizi

Un investimento è determinato dal fatto che partecipiamo agli esiti di un’attività.

Pensiamo ad esempio al fatto che sto ora scrivendo su un computer prodotto dalla Apple.

Questo oggetto è stato creato da un’organizzazione che ha l’abilità di farlo. Si tratta di aziende particolarmente specializzate nel combinare degli input di conoscenze tecniche e materie prime in prodotti per poi saperli vendere bene sul mercato.

Questa attività complessa non la so svolgere. Non so come produrre i singoli componenti, combinarli in modo sensato per poi poterli vendere sul mercato. Posso però investire in una ditta che lo sappia fare.

La Apple, ad esempio, lo sa fare bene. Attraverso l’acquisto delle sue azioni possiamo quindi partecipare alla loro attività nel ruolo da investitori. In questo modo ci esponiamo direttamente al successo (o insuccesso) della ditta.

Un buon metodo per partecipare al successo economico in un modo diversificato a livello gobale, è quello d’investire con il Pilastro 3a oppure in ETF su un broker a discrezione. (Per trovare un broker che fa per noi, possiamo farci dare una mano dai nostri amici di Mustaschian Post.)

Ora vediamo invece che ruolo hanno i soldi in tutto questo.

Le valute sono semplicemente soldi

I soldi sono un po’ come il “carburante” del sistema finanziario che ci permette di andare avanti acquistando o vedendo beni, servizi e attività.

Un’altra attività che possiamo svolgere, è convertire i nostri soldi tra diverse valute.

Oltre a pagare una tassa sulle transazioni, non partecipiamo pienamente all’attività economica. Le svariate valute sono semplicemente diverse rappresentazioni della stessa sostanza.

Stiamo quindi trattenendo del “carburante” che in realtà potremmo utilizzare per partecipare all’avanzamento degli sviluppi economici.

Dal punto di vista andiambeniano la conversione CHF in BTC e viceversa non equivale ad alcuna transazione particolarmente rilevante a livello d’investimenti.

Ciononostante, dopo un’approfondita ricerca, spesso possiamo notare un valore aggiunto nell’avere una valuta piuttosto che un’altra.

Ad esempio può essere ritenuto più idoneo avere un po’ di sterline con sé per un viaggio in Inghilterra piuttosto che dollari australiani durante un soggiorno linguistico a Sidney.

Generalmente un investitore apprezza la diversificazione di valute, tra cui le criptovalute le quali possono quindi essere tenute in considerazione.

I BTC nel portafoglio andiambeniano

Come prima cosa, dobbiamo imparare a capire e conoscere le criptovalute e la tecnologia sulle quali sono state implementata, ovvero la Blockchain.

“Don’t consider investing unless you understand the technology, otherwise, you’re not investing; you’re spending.”

– Ric Edelman, fondatore di Edelman Financial Engines

(Traduzione: “Non considerare d’investire [in cripto] tranne se capisci la tecnologia, altrimenti non stai investendo, stai spendendo soldi.”)

Per chi riconosce un vero valore nelle cripto e desidera quindi aggiungerne un po’ nel proprio portafoglio, vediamo in quale misura e con esattamente quali criptovalute possiamo iniziare.

Quali criptovalute conviene comprare?

Una volta capito profondamente cosa sono le criptovalute e la tecnologia Blockchain e riteniamo che sia necessario comprare delle criptovalute per diversificare il nostro portafoglio, la risposta è semplice: compriamo dei Bitcoin BTC. Per iniziare non serve altro.

Attorno al 60% del capitale in circolazione nel mondo cripto è attualmente rappresentato da BTC (fonte: coinmarketcap.com). Segue Ether ETH della piattaforma della Ethereum con un timido 10%. Ci rimangono quindi migliaia di altre criptovalute per coprire il rimanente 30% del mercato cripto.

Quando siamo seri nell’acquistare qualcosa, è spesso una buona idea optare per il leader del mercato. Vale per le racchette della tennista al torneo di Wimbledon, per il computer del programmatore alla Google e per gli sci per le sciatrici professioniste.

Da punto di vista andiambeniano non c’è motivo per cui questo principio debba valere meno per il nostro denaro.

Quanti soldi conviene tenere in criptovalute?

È consigliato allocare (o perlomeno non allontanarsi troppo da) l’1% del proprio portafoglio in criptovalute.

L’investitore Chamath Palihapitia, durante un’intervista con la CNBC del febbraio 2020, consiglia di “accumulare fino all’1% del proprio patrimonio netto e dimenticarsene”.

Sta poi a noi, a dipendenza della nostra strategia come investitori, trovare un approccio sostenibile a lungo termine e in linea con le nostre priorità.

L’approccio proposto da Chamath Palihapitia sembra molto in linea con l’idea andiambeniana.

Conclusione

Le criptovalute sono arrivate sul mercato anni fa e sembrano restare per il lungo termine. Spesso ne sentiamo parlare, soprattutto durante i suoi periodi di grande volatilità e valutazioni record.

Una volta che riusciamo a rimanere calmi di fronte alla tematica e imparare di più su di essa potrebbe risultare che vediamo un valore nel tenere (soprattutto per iniziare) un 1% del nostro portafoglio in BTC.

Rimanere calmi e non lasciarsi prendere dall’ansia generale e dall’entusiasmo è molto importante.

È molto meglio rivalutare le informazioni nel contesto delle nostre strategie per poi dare seguito a esse anziché agli impulsi emotivi provocati dalla nostra paura di essere tagliati fuori.

Dobbiamo ricordarci che le criptovalute non sono un’attività ma, come lo dice il nome stesso, una valuta, quindi soldi che vanno integrati in una strategia d’investimento più ampia.

L’approccio andiambeniano proposto in questo articolo è uno dei tanti modi per affrontare la tematica delle cripto. A diversi livelli di conoscenza e della propria strategia d’investimento, le percentuali e i contenuti possono variare. Dal punto di vista d’investimento, però, BTC & Co. sono e rimangono una valuta e l’attività legata strettamente a esse si limita nella compravendita, quindi il trading.

Dal punto di vista andiambeniano il trading non è un’attività particolarmente produttiva e va lasciata ai professionisti. Fatta da gran parte di noi non crea un valore aggiunto per la società attraverso l’offerta di beni o servizi, ma anzi, regaliamo tanti soldi ai nostri broker per le transazioni.

Data la loro alta volatilità, le criptovalute possono portare con sé dei grossi rischi. C’è a chi piace speculare, ma tra gli andiambeniani siamo in pochi e preferiamo quindi mettere un pizzico di BTC nel nostro portafoglio e non illuderci che comprare BTC sia un investimento fatto e finito.