Tra tutte le priorità che già occupano il nostro quotidiano, perché dovremmo preoccuparci attivamente anche dei soldi?

Non dobbiamo occuparci dei nostri soldi in, ma principalmente delle nostre priorità. La risposta, però, va estesa: tra le priorità che abbiamo, quali sono completamente immuni dalla nostra abilità di gestire i nostri soldi?

Subentra qui l’utilità del sapere gestire i nostri spiccioli. Sta a darci più leva per e forza per fare fronte alle nostre priorità.

Quando cerchiamo di trattare la tematica con amici conoscenti, ci ritroviamo di fronte a tanta resistenza. Armati di un arsenale inestinguibile di scuse, i nostri cari sono capaci di azzittirci di fronte a tutto quello che potrebbero ancora imparare.

Questa realtà si manifesta poi nelle statistiche. Infatti viviamo in una società dove 2/3 della popolazione pare essere degli analfabeti finanziari.

Spesso non è colpa nostra se caschiamo tra questi. Infatti il sistema scolastico e la nostra cultura in generale non ci prepara alle sfide finanziarie della vita reale.

Diventa però negligenza, quando non facciamo qualcosa per prendere in mano la nostra situazione.

Gli andiambeniani infatti fanno esattamente questo. Realizzano che qui c’è un’opportunità, si rimboccano le maniche, danno un’ultima stemperata alla matita, calcolatrice sul tavolo e si mettono all’opera per diventare dei veri e propri ninja di arti finanziarie.

Scopriamo quindi un altro modo per valutare il prezzo dei nostri acquisti.

L’equazione tempo e soldi

Per approcciarci alla tematica, prendiamo come esempio il crescere i figli.

Desideriamo il meglio per i nostri figli. Vogliamo assicurarci che possano crescere bene e avere tutto ciò che li serve per prepararli a un futuro prospero.

Cosa serve a loro per poter avere successo nel crescere e preparare i nostri figli alla realtà che li spetta là fuori?

Ecco alcuni che possono venirci in mente al volo, oltre al nostro amore incondizionato:

  • la nostra presenza, tempo e attenzione
  • alloggio
  • cibo
  • vestiti
  • giocattoli
  • materiale scolastico
  • contatti sociali (con famiglia e amici)
  • educazione

Proviamo quindi a organizzare questa lista incompleta, dividendolo in due gruppi di bisogni: materiali e immateriali.

  1. I bisogni materiali:
    • cibo
    • vestiti
    • giocattoli
    • materiale scolastico
    • alloggio
  2. I bisogni immateriali:
    • la nostra presenza, tempo e attenzione
    • contatti sociali
    • educazione

Detto, fatto.

Proviamo ora a mettere il tutto in questa equazione soldi e tempo.

1. I bisogni materiali

I bisogni materiali nella prima sezione sono abbastanza semplici da affrontare (NB qui intendiamo semplici non facili).

Con i bisogni materiali possiamo applicare i trucchi andiambeniani del prendere in prestito. Possiamo trovare chi desidera liberarsene, cercare nei negozi e portali di seconda mano, acquistare secondo i prezzi migliori e scontati o spendere un po’ di più per andare con l’opzione di migliore qualità per avere qualcosa che duri nel tempo potendo rivenderli dopo l’utilizzo.

Fatto sta che, nonostante c’è una quota minima di uscite, abbiamo abbastanza margine di manovra e possiamo evitare che essa esplodi e diventa ingestibile.

Possiamo però calcolare quanto le cose ci costano in soldi e poi quindi in tempo.

Supponiamo che il nostro stipendio orario è di CHF 40.-/h.

Calcoliamo quindi quanto ci costa ad esempio un paio di scarpe nuove di marca di CHF 120.-: CHF 120.- / CHF 40.-/h = 3h.

L’affitto di CHF 1’800.- quanto ci costa in tempo? 1’800/40 = 45h, ovvero una settimana e mezza giornata di lavoro.

La nuova auto di CHF 20’000.- invece? 20’000/40 = 500h, ovvero poco più di 3 mesi del nostro prezioso tempo. Tenendo conto della svalutazione della nostra nuova auto 3 settimane di quei tre mesi evaporano entro il primo anno dall’acquisto.

Ora pensiamo per quali motivi compriamo un’auto. Molto probabilmente per arrivare a lavoro? Viaggiando 1h al giorno per la trasferta a casa - lavoro, spendiamo in più 240h guidando. Quindi, oltre alle 500h che abbiamo speso, ora altre 240h se ne vanno per il fatto che utilizziamo un’auto. Ancora non abbiamo incluso altre spese, che possiamo sempre tramutare in ore con il nostro calcolo dividendone la somma per 40.

2. I bisogni immateriali

Per la seconda parte, ovvero per i bisogni immateriali, proviamo a vedere come si potrebbero connettere con i soldi e il tempo.

In questa sezione sarebbe interessante focalizzarci particolarmente su “la nostra presenza, tempo e attenzione”, in quanto che tra le tre dipende principalmente da noi stessi, mentre per i contatti sociali è una collaborazione con una cerchia di conoscenti più estesa e l’educazione viene presa in mano anche da istituti – purtroppo però senza le materie di finanza personale, che per fortuna gli andiambeniani sapranno trasmettere orgogliosamente da genitori in figli.

Per capire come possiamo essere il più presenti per i nostri figli, vale la pena dedicarci un attimo a ciò che potrebbe togliere la nostra presenza con essi, quindi ciò che ci rende assenti:

  • il lavoro
  • sport e altri hobby
  • attività sociali ed eventi
  • lavori domestici
  • lavori amministrativi e commissioni

Guardando tra queste attività, potremmo iniziare focalizzandoci su quella che potrebbe essere la causa maggiore della nostra assenza, ovvero il lavoro.

Stiamo ammettendo di avere uno stile di vita prevedibile. Non siamo degli atleti di punta, né delle rock star. Classica vita con 40 ore di lavoro alla settimana come dipendente, qualche hobby e contatto sociale sparso.

In uno stile di vita del genere, possiamo presupporre che passiamo gran parte del nostro tempo da svegli a lavorare.

Lavoriamo quindi 8 ore al giorno. In queste non sono calcolate le pause e la durata delle trasferte casa - lavoro. Aggiungiamo 30 minuti per tratta, quindi 1h al giorno per le trasferte.

Ci troviamo ora con un totale di assenza per i nostri figli di 11 ore al giorno.

Qualcuno a questo punto direbbe che al più tardi quando i figli vanno all’asilo, queste 11 ore non dovremmo calcolarli come “assenza”. Quindi, siccome sono assenti anche i figli, la nostra presenza non porterebbe molto?

Eh no! L’inganno sta nel fatto che mentre loro sono assenti, noi potremmo fare il resto delle cose sulla lista senza avere rubare dal tempo di presenza che vorremmo dedicare ai nostri figli.

Ammettiamo che ci basterebbe in un giorno per eseguire i nostri lavori domestici, amministrativi ed un salto in palestra.

Potremmo andare oltre e calcolare quanto ci potrebbe costare un giorno di assenza dal lavoro.

Con uno stipendio di CHF 40.- all’ora avremmo CHF 40.-/h × 8h = CHF 320.-

Mettendolo in prospettiva, questo di traduce in CHF 320.- per 11 ore di assenza o attività che potremmo spostare nell’agenda per poter essere presenti quando i nostri figli non sono a scuola o altrimenti occupati.

Proiettando il tutto su un arco di tempo più ampio, queste cifre si sommano a CHF 16’640.- e 572h ovvero 24 giorni interi sparsi nelle 52 settimane per l’intero anno.

Abbiamo ora due opzioni estreme:

  1. Rinunciare a CHF 16’640.-
  2. Rinunciare a 11h che potremmo usare liberarci per trovare più presenza con i figli?

La risposta dipende dalle proprie priorità.

Nel caso per noi i soldi fossero meno importanti della nostra presenza con i figli, allora la risposta dovrebbe essere che rinunciamo alle entrate monetarie per stare con i nostri andiambeniani junior. Eppure spesso lavoriamo al 100%.

Come al solito, la risposta sta nell’equilibrio tra i fattori presenti e anche quelli esterni a quelli discussi nell’esempio.

Il nostro datore di lavoro ci permette di fare delle ore straordinarie? Allora conviene prendersi un giorno libero alla settimana e avere l’opzione di lavorare qualche ora quando abbiamo del tempo a disposizione o ci servono più soldi.

Conclusione

Avete in mente come passare dai contanti alle carte contactless ci ha dato la sensazione di perdere il senso di quanto stiamo veramente spendendo? I soldi in generale fanno la stessa cosa con il tempo che stiamo spendendo a ogni nostro acquisto. La transazione è mascherata e approssimata da una valuta che ci accomuna, ma che può avere un’importanza diversa a dipendenza di quanto ogni franco costa in termini di tempo speso per ottenerlo.

Possiamo quindi pensare in termini di tempo invece che soldi?

Sì, ed è pure incoraggiato farlo! È un modo più personale per valutare quanto valgono le cose dal proprio punto di vista. Uno dei tanti trucchi andiambeniani sta nel valutare i prezzi e qualsiasi cosa che facciamo in termini di tempo e non soltanto soldi. Infatti, la prossima volta che andiamo a spendere dei soldi con qualcuno, possiamo scoprire quanto costa l’acquisto per ciascuna delle persone coinvolte in termini del proprio tempo.

Ammettiamo che Andy e Alice escono a cena. È una cena fantastica e celebrano la consegna della tesi di Andy. Gustandosi la serata, oltre al delizioso pasto, se ne va anche qualche buon vino e dei deliziosi dessert. Il conto finale: CHF 120.- (includendo una piccola mancia per i gentilissimi camerieri, ovviamente).

Andy, essendo studente, lavora 1 giorno al week end dove guadagna CHF 25.-/h. La fattura gli costa quindi quasi 5h. Lo stipendio di Alice è di CHF 50.-/h e le costerebbe poco meno di 2.5h. Guadagnando il doppio, propone quindi di dividere il conto all’andiambeniana: 120 / (25 + 50) * 50 = 80.- per Alice e quindi 40.- per Andy. Vi sembra strano? È come funziona il mondo del baratto tempo - soldi e queste sono occasioni per vedere che impatto può avere un certo prezzo sulle diverse persone coinvolte.

Come già detto in precedenza, la valuta andiambeniana più preziosa è il tempo e non il denaro.

Alcuni dei più saggi degli andiambeniani ci sono quelli che sono lungimiranti e calcolano quanto ogni giorno di denaro risparmiato, può corrispondere a un altro in cui non devono lavorare nel futuro. Questa è una delle tante definizioni per ricchezza. Per questo motivo corriamo a investirli in un terzo pilastro o in un portafoglio d’investimento e, con il tempo dalla nostra parte, li lasciamo fruttare in un bel interesse composto.